Radici di bellezza: dieci anni di fotografia per raccontare la xylella in Salento
Un dramma ambientale e culturale;
Il Salento è una terra di luce, di mare, di vento e, soprattutto, di ulivi millenari, testimoni silenziosi della storia e della cultura di questo territorio. Per secoli, gli uliveti hanno rappresentato non solo una risorsa economica, ma anche un’identità radicata nel paesaggio e nel cuore delle persone. Tuttavia, da oltre un decennio, il Salento sta vivendo una delle più gravi catastrofi ambientali della sua storia: la diffusione della Xylella fastidiosa, un batterio che ha portato alla morte milioni di ulivi, trasformando profondamente il volto delle province coinvolte e dell’intera regione.
Il fenomeno della Xylella non è solo una questione botanica o agricola, ma un dramma sociale, culturale ed economico. Gli alberi non sono semplici piante: per le famiglie contadine sono radici, memoria, legami generazionali. Con la loro scomparsa, scompaiono anche storie, tradizioni e paesaggi che sembravano eterni.
Un progetto fotografico lungo dieci anni;
In questo contesto di perdita e cambiamento, è nato il mio progetto fotografico: un lavoro di documentazione che, da oltre dieci anni, ha seguito e, segue ancora, l’evoluzione della malattia e le sue conseguenze. Ho percorso il Salento con la mia macchina fotografica, all’inizio in maniera molto spontanea e casuale, catturando le immagini degli ulivi in tutte le fasi di questa tragedia: dalla loro maestosa bellezza iniziale, ai tentativi disperati di salvarli, fino all’inevitabile abbattimento e alla trasformazione del paesaggio.
Oltre 4000 scatti raccontano questa storia, e almeno 500 di essi sono stati selezionati e post-prodotti con l’intento di realizzare una mostra fotografica. Il progetto non vuole essere un atto di denuncia, a questo ci hanno pensato organi competenti, associazioni di categoria ed i vari media, ma un piccolo tributo alla memoria degli ulivi scomparsi ed un’occasione per riflettere sul nostro rapporto con la natura e il territorio.
Le tematiche della mostra;
Le fotografie sono suddivise in cinque tematiche principali, ognuna delle quali racconta un capitolo di questa vicenda, più una sesta particolare.
1 – Chiome e tronchi secolari;
una celebrazione della bellezza e della forza degli ulivi prima della malattia.
Alberi imponenti, dalle forme contorte e suggestive, simboli di resistenza e longevità.
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2 – Cure e speranze;
gli sforzi dei contadini, degli agronomi e degli scienziati per cercare soluzioni.
Trattamenti sperimentali, potature, iniezioni nel tentativo di fermare l’avanzata del batterio.
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3 – Fuochi, tagli e abbattimenti;
la parte più dolorosa: tronchi abbattuti, ulivi secolari bruciati, paesaggi devastati dagli incendi.
Immagini che raccontano il dolore della perdita e la fine di un’era.
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4 – Il paesaggio cambiato;
campi un tempo rigogliosi ridotti a distese aride, terreni desertificati, filari di ulivi sostituiti da scenari spettrali.
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5 – Uno sguardo dall’alto;
viste aeree con il drone, uno sguardo da una prospettiva diversa sulla devastazione e sulle nuove piantagioni, speranza per il futuro.
Le fotografie aeree mostrano l’impatto della Xylella su larga scala, rendendo ancora più evidente il cambiamento del paesaggio
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6 – Intelligenza artificiale;
nel frattempo, oltre ad avanzare l’infezione della Xylella e i mezzi ed i metodi per contrastarla, avanza, ed anche velocemente, la tecnologia. Siamo così, improvvisamente, nell’era dell’intelligenza artificiale e, pertanto, decido di far realizzare alcune immagini dall’I.A.
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Anche un breve video rappresentativo
Un breve video di una decina di minuti che mostra una serie di immagini e di riprese, anche dall’alto, rappresentative della situazione attuale del territorio e del problema che si affronta in queste pagine.
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Un invito alla riflessione;
L’obiettivo di questa mostra fotografica non è solo quello di documentare un evento tragico, ma anche di stimolare una riflessione. Cosa rimane quando scompaiono gli alberi che per secoli hanno caratterizzato un territorio? Come possiamo preservare la memoria di ciò che è stato? E, soprattutto, quale futuro possiamo costruire per il paesaggio salentino?
Le mie immagini non offrono risposte definitive, ma pongono domande. Ogni scatto è una testimonianza, un frammento di storia che non deve essere dimenticato. Questa mostra è un atto d’amore verso la mia terra, un modo per rendere visibile una perdita che altrimenti rischierebbe di essere ignorata.
Il Salento sta cambiando, e con esso anche il nostro modo di viverlo. Ma attraverso la fotografia, possiamo conservare la memoria di ciò che è stato e trovare, forse, una nuova strada per il futuro.
Approfondisci cos’è la Xylella fastidiosa
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